Dal 1935 al 1945, il Jazz fu parte della vita
dell'americano medio; mai come allora sembrò
adeguarsi alla mentalità e ai gusti di un popolo
giovane ed ottimista, cui Roosvelt aveva
restituito un'America economicamente risanata.
L'operazione per rendere più vendibile il Jazz
comportò il sacrificio di alcuni dei suoi
caratteri più tipicamente negri. Il forte sentore
di ghetto che aveva quando risuonava nei locali
del South Side di Chicago, la spregiudicatezza,
il candore originale andarono perduti: dopo il
1935 e per circa un decennio il Jazz fu quasi
sempre musica d'intrattenimento, un prodotto di
larghissimo consumo, perfettamente rifinito e
molto funzionale.

New York 1929

Benny Goodman Orchestra
A dare il via alla Swing Craze, la
Follia dello Swing, fu Benny Goodman, il
brillante clarinettista che per qualche anno si
era fatto le ossa nei complessi di Ben Pollack e
di Red Nichols e che infine si era deciso a
costituire una sua orchestra, di tredici
elementi, nel 1934. Ci volle un importante
programma radiofonico di musica da ballo, per tre
ore ogni sabato, per rendere familiare, da una
costa all'altra degli Stati Uniti, il Jazz di
Goodman, nel frattempo molto migliorato per
l'apporto di strumentisti di classe, primo fra
tutti il batterista Gene Krupa, e grazie agli
arrangiamenti di Fletcher Henderson. Il succeso
di Goodman rese il Jazz popolarissimo dai due
lati dell'Atlantico e le orchestre si
moltiplicarono. Goodman, incoronato subito "Re
dello Swing", si trovò presto a fronteggiare
un'agguerrita concorrenza: le grandi orchestre di
colore, che allargarono allora il loro pubblico,
quella di Duke Ellington, più che mai la migliore
d'America, e quelle di Henderson, di Lunceford,
di Webb, di Calloway, di Armstrong.

Duke Ellington Orchestra
Da Kansas City, nel 1936, arrivò Count Basie: la sua formazione, dopo qualche difficoltà, si affermò come una delle più brillanti ed esercitò una grande e duratura influenza. C'erano denaro e fama soprattutto per i bianchi. Alcuni dei più ammirati erano ormai sulla breccia da tempo, come Jimmy e Tommy Dorsey; poi vennero i giovani. Fra i primi a scendere in lizza, alla testa di grosse formazioni orchestrali, furono due clarinettisti: Artie Shaw e Woody Herman. Il primo fece traballare, per una breve stagione, il trono di Benny Goodman, che quasi eguagliò sul piano della maestria tecnica strumentale; il secondo si sarebbe affermato sempre più clamorosamente col passare degli anni.
Nel 1937 anche Glenn Miller, l'ex arrangiatore diPollack, di Nichols e dei Dorsey, varò una grossa formazione, che alla fine avrebbe superato in popolarità ogni altra. In quasi tutte le sale da ballo, e in nessuna come al Savoy, imperversavano i jitterbugs ovvero i patiti dello Swing, che fecero di ogni importante direttore d'orchestra una stella.
Nel 1938 spalancò le porte allo Swing persino l'austera Carnegie Hall, che diede il primo di una lunga serie di memorabili concerti; quello della sera del 16 gennaio, fu forse l'evento più importante dell' "Era dello Swing", per l'eco che suscitò. Alla ribalta c'era l'orchestra di Benny Goodman, il quale volle che fossero presenti, oltre a Lionel Hampton e a Teddy Wilson, che con Gene Krupa completavano il suo ormai famoso quartetto, altri valorosi solisti di orchestre diverse: Count Basie, Lester Young, Johnny Hodges, Cootie Williams, Buck Clayton, Harry Carney e altri. Anche all'Imperial Theater, nel 1936, si erano ascoltate, una in fila all'altra, ben 17 orchestre, e 25 ne furono convocate nella primavera del 1938 nello stadio di Randall's Island, per un "Carnevale dello Swing" che può essere considerato il progenitore dei grandi festival jazzistici.

Count Basie Orchestra
Sull'onda della diffusione raggiunta molti locali
organizzarono jam sessions e nel volgere di poco
tempo la 52a Strada, non lontano da Broadway,
divenne il punto di riferimento per gli
appassionati. Nai locali come il Jymmy Ryan's o
l'Onyx si succedettero musicisti come Art Tatum,
Joe Sullivan, Willie "The Lion" Smith, Louis
Prima, Wingy Manone. Il grande successo di questi
locali diede un contributo decisivo al lancio
della 52a Strada come "Strada dello Swing". Al
Famous Door ottenne la sua prima scrittura fuori
Harlem, nel 1935, Billie Holiday, accompagnata da
Teddy Wilson, un pianista garbato, dal tocco
nitido e lieve, che si era ispirato all'inizio a
Earl Hines: Billie sarebbe divenuta
l'incontrastata regina della 52a Strada. In un
altro Famous Door, inaugurato nel 1937, colsero i
loro primi veri successi le orchestre di Count
Basie e di Woody Herman, e ricevette il battesimo
quella che Charlie Barnet costituì nel 1939.
Quando, in Europa, cominciò la guerra, la Swing Craze ebbe in America gli ultimi sussulti di vitalità prima di iniziare il declino. Alcune orchestre cominciarono ad affermarsi proprio allora, come quelle di Glenn Miller, di Woody Herman, di Charlie Barnet, o di Gene Krupa, che era stato il primo, fra le grandi stelle di Goodman, a varare una propria grande formazione, imitato poi da Harry James, da Teddy Wilson e infine da Lionel Hampton.
Quando, in Europa, cominciò la guerra, la Swing Craze ebbe in America gli ultimi sussulti di vitalità prima di iniziare il declino. Alcune orchestre cominciarono ad affermarsi proprio allora, come quelle di Glenn Miller, di Woody Herman, di Charlie Barnet, o di Gene Krupa, che era stato il primo, fra le grandi stelle di Goodman, a varare una propria grande formazione, imitato poi da Harry James, da Teddy Wilson e infine da Lionel Hampton.
Attorno al 1943 i "V discs", prodotti
esclusivamente per le forze armate e su cui venne
inciso il miglior Jazz dell'epoca, furono gli
unici dischi prodotti negli Stati Uniti; la
vertenza del Sindacato Musicisti, che rivendicava
i compensi derivanti dall'impiego dei "V discs",
e che mantenne per tutto il periodo uno sciopero
delle registrazioni discografiche, si rivelò una
vittoria di Pirro perchè, nel frattempo, la
mancanza di dischi aveva determinato un rapido
affievolimento dell'interesse del pubblico per le
orchestre Swing. L' "Era dello Swing" finì così,
nel silenzio degli studi di incisione. Più
poeticamente la si fa terminare con la morte del
maggiore Glenn Miller, l'ormai popolarissimo
direttore dell'orchestra dell'Aeronautica
statunitense, caduto nelle acque della Manica nel
dicembre 1944, con l'aereo che lo portava
dall'Inghilterra alla Francia.
Quando l' "Era dello Swing" giunse al termine, molti fra i più rigorosi studiosi del Jazz pensavano che la loro musica prediletta avesse ormai esaurito il suo corso.
Quando l' "Era dello Swing" giunse al termine, molti fra i più rigorosi studiosi del Jazz pensavano che la loro musica prediletta avesse ormai esaurito il suo corso.

Glenn Miller Orchestra
Nel 1935 la Depressione seguita al crollo di Wall
Street era in via di superamento e si guardava
con fiducia all'avvenire, con voglia di
divertirsi e dimenticare i lugubri anni
trascorsi. Molte cose cambiarono e con esse la
musica: le canzoni sentimentali, tanto congeniali
al clima di autocommiserazione dei primi anni
Trenta, lasciarono il campo a una musica festosa
ed eccitante, cui fu dato il nome di Swing, che
altro non era che il Jazz, di un tipo molto
simile a quello che i frquentatori di certi
locali avevano ascoltato dalle grandi orchestre
di Fletcher Henderson, di Cab Calloway, di Jimmie
Lunceford, di Chick Webb.